Frustrazione: come liberarsi dalla sindrome di Charlie Brown
AUTOSTIMA: Mi amo e Mi accolgo così come sono
Victor Hugo diceva: “una brava mamma vale più di 100 maestri” e io aggiungo che essere mamma vale più di 100 corsi di crescita personale. I bambini ti fanno da specchio e ti permettono di lavorare su di te, su quelle ferite che ancora ti porti dentro, sulle tue emozioni, sulla tua bambina interiore come nessun altro corso al mondo.
Personalmente da quando sono diventata mamma sono avvenute nella mia vita delle trasmutazioni alchemiche così accellerate che non so quanto ci avrei messo se non lo fossi diventata.
I figli ti portano a fare i conti con i tuoi limiti le tue paure e anche su tutto ciò che credevi di essere prima di loro spazzando via tutto il superfluo.
In me diventare mamma ha portato fuori delle paure che nemmeno credevo di avere perché partivo da una cornice di presunzione che come coach avevo tutti gli strumenti a mia disposizione per affrontare le situazioni e invece così non è stato, iniziando dai dolori del parto (ai quali le donne non sono preparate abbastanza,) passando per l’allattamento e il senso di inadeguatezza che si prova, la paura di non essere in grado di capire i bisogni di mia figlia fino ad arrivare ai primi capricci verso i due anni quando i bambini iniziano a reclamare i propri spazi e la propria identità.
Ho constatato sulla mia pelle tutti i tabù che ci sono attorno alla maternità perché se un avvenimento è meraviglioso non può essere allo stesso tempo stancante e svuotante.
E soprattutto mi sono dovuta confrontare con la credenza delle credenze “una donna quando diventa madre si mette da parte” mette da parte i suoi bisogni, le sue esigenze, sinceramente è un modo di pensare che non ho mai condiviso sia prima di diventare mamma che dopo. Che significa? Che non sarei esistita più come Valeria, l’anima che è venuta su questa terra per lavorare su di sé far fruttificare i propri talenti aiutando gli altri? Anche rimanendo nel più materiale che significa che non avrei dovuto più sentire la stanchezza fisica e mentale perché la mamma deve essere una supereroe? Avrei dovuto mettere da parte tutti i miei impulsi e le mie emozioni? ASSOLUTAMENTE NO!
E così ho deciso di trasformare questa avventura dell’essere mamma a mio vantaggio, usandola come strumento di lavoro su di me attraverso l’autosservazione e la presenza, perché nessuno più di un bambino riesce ad ancorarti al qui ed ora. Ho iniziato a portare consapevolezza e a dare significato a tutto quello che mi capitava durante la giornata, tutto quello che sentivo dalla stanchezza fisica e mentale e alle mancanze di pazienza. Mi chiedevo: “perchè manco di pazienza? Cosa mi irrita e fa arrabbiare? Il pianto? L’insistenza e i capricci? Che significato dò a quel pianto e a quei capricci? Cosa penso? Che devo finire le faccende domestiche? Sento che non ho il tempo da dedicare a me stessa o al mio lavoro? Penso che mio marito o il mio compagno è un egoista che non mi aiuta?
Nella mia esperienza ho imparato che non è il pianto in sé che ci irrita ma il significato che gli diamo ed è quello che abbiamo bisogno di esplorare.
DIVENTARE GENITORE DI SE’ STESSI E FAR FIORIRE IL PROPRIO BAMBINO INTERIORE.
C’è di più attraverso il rapporto con mia figlia ho guarito le mie ferite interiori legate all’infanzia. Ho ripercorso tramite lei le mie tappe. Ho smosso parti di me andando ad aprire porte dietro le quali c’erano percezioni, stati d’animo e sensazioni non del tutto compresi, elaborati e vissuti. Mi sono chiesta com’ero io alla sua età? A quanti mesi ho iniziato a camminare? Mi sentivo protetta e amata? Quando i miei genitori hanno iniziato a diventare i miei mostri interiori? Quando mi sono allontanata emotivamente da loro? Oggi che scrivo sono riconciliata con i miei genitori. Li amo e li ho perdonati perché ho capito che hanno fatto quello che potevano con gli strumenti che avevano. Grazie a mia figlia ho potuto ripercorrere con loro la mia infanzia e mi hanno restituito ricordi di amore che avevo rimosso.
Grazie a mia figlia e agli strumenti che mi ha donato la mia professione sono riuscita a guarire la mia bambina interiore e a non proiettarla su di lei per non correre il rischio di commettere gli stessi errori.
I figli ci ricordano che siamo SEMPLICEMENTE UMANI e ci mettono in contatto con tutti gli aspetti della nostra umanità dalle gioie più pure alle paure più profonde perché loro sono permeabili a tutto e si lasciano attraversare da tutte le emozioni e da tutti i movimenti della vita, sanno accogliere e lasciare andare in un nano secondo e questa è una preziosità da prendere da esempio, non aggrapparsi alle emozioni soprattutto negative, i bambini passano dal pianto alla gioia senza mai serbare rancore.
Attraverso il rapporto con mia figlia ho avuto l’opportunità di occuparmi del mio mondo interiore che urlava dentro di me per essere visto e ascoltato. Mi occupavo di lei ma nello stesso tempo conoscevo me stessa.
In questo viaggio alchemico ci sono stati degli strumenti che mi sono stati molto utili.
CREA LA TUA ROUTINE QUOTIDIANA
Organizzarsi la giornata secondo le esigenze proprie e del bambino permette di rendere sacro ogni giorno.
Il fatto di essere diventata mamma non significa mai più tempo per te o per il tuo lavoro, significa soltanto imparare a farlo diversamente, imparare a gestire tempi e priorità, per questo può essere utile creare una lista di cose da fare sia giornaliera che settimanale e mensile questo ti aiuta a capire quali sono le urgenze e cosa puoi fare con calma nonchè ti aiuta anche a mantenere il focus alto rispetto i tuoi obiettivi
Io ad esempio che ho il risveglio lento sceglievo di dedicare la prima parte della mattina a mia figlia che come tutti i bambini vuole giocare e giocavamo anche a fare le faccende domestiche, che ho constatato diverte molto i bambini se riusciamo a stimolare la loro fantasia. Poi verso metà mattinata la lasciavo un po’ ai suoi giochi o a guardare qualche cartone alla tv. Poi pranzo e il pomeriggio si ricominciava. Se non dormiva (perché capita che ci siano bambini che non fanno il pisolino pomeridiano) mi dedicavo a delle attività con lei tra colorare, giochi con la pasta ecc. verso tardo pomeriggio di nuovo la lasciavo ai suoi giochi e quando tornava il padre se ne occupava lui perché anche i padri devono fare parte di questa routine quotidiana e noi donne dobbiamo proprio chiedere la loro partecipazione senza farci quei mille pensieri contorti che loro dovrebbero capire da soli, chiediamo noi.
In tutti quei piccoli ritagli di tempo ho fatto tutto il necessario che potevo per perseguire i miei desideri personali di fare la coach, creare il mio sito, il mio blog, avere i miei clienti, certo ho fatto piccoli passi alla volta, ci ho messo più tempo ma almeno non li ho accantonati in un cassetto. Li ho trattati come una pianta che va annaffiata ogni giorno. Ogni giorno mettevo un poco di acqua nella pianta dei miei progetti e questo mi ha fatto sentire piena e appagata e con la percezione che la maternità non mi stesse togliendo niente e sul lungo periodo quei piccoli passi quotidiani mi hanno ripagata visto che sono qui a scrivere.
GOVERNA L’INATTESO
Una cosa di cui mi sono dovuta subito liberare e lasciare andare è stata l’ossessione di voler tenere tutto sotto controllo, ho iniziato a sviluppare gentilezza con me stessa per gli impegni a cui non riuscivo a tener fede. Ho sviluppato quello che le neuroscienze chiamano “REVISIONE INTERPRETATIVA” una capacità presente nelle mamme che permette di cambiare organizzazione mentale per rispondere ai continui cambiamenti cui normalmente sono soggetti i bambini, essere flessibili permette cosi di cambiare il nostro stato d’animo e sentire pace anziché frustrazione.
Questo ci mette in una condizione di perpetuo adattamento.
Per questo sii gentile con te stessa, portati pazienza se a volte non riesci a fare tutto.
ASCOLTO, AUTOSSERVAZIONE, RESPIRO CONSAPEVOLE
Sono strumenti imprescindibili.
Ascoltare il proprio corpo, le proprie emozioni.
In quale parte della giornata mi sento stanca fisicamente? O mentalmente?
Cosa mi infastidisce? Quali emozioni provo quando la mia bambina/o fa i capricci? Cosa penso?
Cosa penso di me in quel momento?
Imparare, quando sentiamo che stiamo disperdendo energia, a respirare consapevolmente, portare attenzione al respiro ti permette di restare nel qui ed ora e dare tutta la tua presenza a tua figlia/o. Prenditi almeno 5 minuti nell’arco della mattinata per respirare lasciare andare e semplicemente essere
DIARIO GIORNALIERO
A me ha aiutato molto scrivere tutto ciò che notavo durante l’arco della giornata.
Quindi compra un diario o un quaderno e a fine serata, prima di andare a dormire dedicati 5minuti e annota ciò che ti ha colpito durante la giornata, tutto quello che hai osservato, ti possono aiutare le domande di cui prima. Esplora corpo, mente, emozioni e spirito.
La scrittura è curativa, ci permette di fare il punto della situazione e di scaricare lo stress e soprattutto ci aiuta a stare in ascolto di noi stesse.
TUTTE LE MAMME SONO LEADER
L’attività di cura e gestione familiare porta con se una naturale predisposizione alla leadership responsabilità, capacita di analisi, problem solving, empatia, ascolto attivo e migliore gestione del tempo sono le caratteristiche tipiche di un buon leader che le mamme sviluppano in maniera naturale.
Essere mamma potenzia le nostre competenze trasversali che possono essere valorizzate e trasferite anche nel mondo del lavoro.
Al giorno d’oggi essere mamma è una vera e propria skills da inserire nel curriculum.
Quindi veramente non pensare che la maternità è un limite e non avere paura di non ricollocarti nel mondo del lavoro. Leggi questa bellissima testimonianza ( qui)
La maternità è un opportunità per portare fuori tutti i nostri talenti e per divenire la migliore versione di noi stesse.
E tu come vivi la maternità?
Raccontami la tua storia sono felicissima di leggerti!
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