Dio propone l’Uomo DISPONE
Leggendo il titolo avrete subito pensato “Cosa stai dicendo Valeria?” il proverbio non recita così ma l’uomo propone, Dio dispone. Si è vero il proverbio recita così ma non per me, non più.
Sono cresciuta con questo modo di dire e a volte sembrava una condanna quando lo ascoltavo perché io proponevo sempre nuove strade, nuovi progetti e Dio non solo non disponeva mai niente, addirittura metteva ostacoli, proposte lavorative che si dissolvevano nel nulla, in amore uomini che sembravano che proprio con me non volessero impegnarsi e poi improvvisamente li vedevi che si sposavano addirittura. Così poco alla volta ho cominciato a dubitare di me stessa e del suo amore, ho cominciato a sentirmi sbagliata e non benedetta anche perché la mentalità delle persone che frequentano chiese e gruppi religiosi vari è che il problema sei tu “sei tu che vuoi fare a capa tua e non affidarti a Dio (che poi forse è anche vero se per affidarsi a Dio si intende aspettare la manna che scende dal cielo senza fare qualcosa di concreto per cambiare le cose e realizzare i propri sogni), sei tu che non preghi bene, che non hai abbastanza fede. Sei tu tu sempre tu. Per anni ho sofferto perché le mie preghiere non venivano ascoltate ed esaudite. Per anni mi sono chiesta: “Perché Dio? Perché? In fin dei conti che cosa ti sto chiedendo? Un lavoro, un uomo con cui formare una famiglia e poi io mi comporto bene (come se il comportarsi bene prevede come ricompensa un credito nei confronti della vita. Che stupidaggine).
Sentivo che non poteva essere questa la verità, che non potevano essere tutte le mie preghiere sbagliate o la mia fede precaria o che i sogni di Dio su di me fossero sempre diversi da quelli che io avevo su di me. Una serie di eventi in cui ho dovuto fare scelte importanti, l’inizio della scuola di coaching e di percorsi di crescita personale hanno segnato l’inizio di un cammino ancora più profondo dentro e fuori di me ma questa volta senza il velo di Maya che mi copriva gli occhi. Ho capito che Dio non poteva esserci dove non c’ero nemmeno io, se non ero io ad ascoltarmi, amarmi rispettarmi. Ho capito che siamo noi a disporre della nostra vita non Dio, siamo noi che scegliamo decidiamo e abbiamo l’ultima parola. Dio può solo proporre NON disporre soprattutto senza il nostro consenso. E’ troppo facile relegare a un Dio la responsabilità della nostra vita.
Dio, la nostra voce interiore può solo proporci di lasciare andare quella persona sbagliata che non corrisponde il nostro amore, che non ci ama come noi desideriamo mentre noi ci incaponiamo, non ascoltandoci, di andare avanti perché ci diciamo cambierà o si innamorerà. Dio non può nulla di fronte questa scelta.
Se anche insoddisfatti e depressi continuiamo un lavoro che non ci piace solo perchè ci diciamo già siamo fortunati ad avere un lavoro di questi tempi.
Se anche da adulti rinunciamo a noi stessi per essere sempre dei bravi figli e non far dispiacere mamma e papà. Dio non può nulla.
Dio può solo proporci di lasciare andare tutto ciò che ci incatena indicandoci la strada. E come ce la indica? Proprio attraverso quell’inquietudine e insoddisfazione che sentiamo dentro e a cui non sappiamo dare un nome. Queste emozioni sono la bussola che conduce alla propria “terra promessa”.
Dio può solo proporre mai imporre e lo ha fatto fin dall’inizio dei tempi con Abramo tipico esempio dell’uomo che si mette alla ricerca.
*Lekh Lekhà: VATTENE! ESCI!
Gen 12, 1-6
Il Signore disse ad Abramo:
“Vatene dalla tua terra, dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io timostrerò
cosicchè faccia di te una grande nazione
e ti benedica e faccia grande il tuo nome […]
Allora Abramo partì, come gli aveva detto il Signore…Abramo aveva 75 anni quando lasciò Carran.
Abramo prese Sarai sua moglie, e Lot, figlio di suo fratello e tutti i loro beni che avevano acquistato e le persone che avevano comprato in Carran e s’incamminò verso la terra di Canaan.
Ha tutto inizio da qui, da un uomo non certo più giovane che lascia tutto per seguire una voce interiore
Dio è stato il PRIMO ad aver detto ESCI DALLA TUA ZONA DI COMFORT, non ve l’aspettavate vero? Ma è proprio così, è stato il primo a dire va via, va per te stesso estendi i confini della tua casa interiore.
Allora come scrive Paolo Curtaz nel suo libro “Il cercatore, lo scampato, l’astuto, il sognatore”:(qui) ”uscire significa entrare. Entrare in noi stessi, scoprire la dimensione della nostra interiorità che abbiamo trascurato. Questo deve fare Abramo passare dal ‘fuori’ al ‘dentro’” e per fare questo deve abbandonare tutto, dalla terra in cui è nato, ai beni che ha accumulato fino ai propri familiari ed è questa la cosa più difficile, quante nostre scelte sono condizionate inconsapevolmente dalle nostre famiglie. Ma Abramo cosa fa? Lascia tutto e parte, ascolta la sua voce interiore.
La scelta è personale. La scelta è tua come è tua la liberta e la responsabilità della tua vita, questa è la condizione imprescindibile del rapporto con Dio.
Molti di fronte a questa responsabilità non hanno il coraggio di andare avanti. Coraggio, da cor habeo avere cuore perché la strada che percorri verso te stesso e la tua anima ha un cuore sempre. Pochi hanno il cuore di incamminarsi senza sapere che quella strada porta alla verità e alla felicità sempre.
Allora voglio dirti che se senti che in questo momento questo coraggio non ce l’hai, se senti di essere stato abbandonato da Dio, o dalla vita o come vuoi chiamarlo io ti dico che sei tu che hai abbandonato te stesso nel momento che hai smesso di ascoltarti e ti esorto ritorna a casa, ritorna a te. Come si fa? Ascoltando il tuo cuore, le tue inquietudini anche le emozioni che provi nel leggere queste parole, esse sapranno indicarti i primi passi da compiere.
ASCOLTATI AMATI AGISCI, è camminando che si apre la via.
Buona vita!