Conosciamo quasi tutti il famosissimo passo nel Vangelo Luca 11,5-13 dove Gesù al discepolo che gli chiede: “Insegnaci a pregare” risponde prima di tutto insegnando il Padre Nostro e poi concludendo con le celebri parole “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
Ancor prima di queste parole Gesù paragona la preghiera ad una persona importuna ed insistente che in piena notte va da un amico affinché gli presti tre pani da offrire ad un compagno che era giunto in casa sua e afferma che l’amico finirà per dargli i pani cedendo alla richiesta non tanto in nome dell’amicizia ma per l’invadenza dell’altro e da qui le parole che conosciamo.
Ma mi chiedo funziona veramente così? Basta veramente solo questa insistenza continua come un martello pneumatico? “Chiedi e ti sarà dato” sembra uno slogan new age, un mantra della legge dell’attrazione.
Effettivamente ci sono miliardi di libri di PNL, centinaia di tecniche di visualizzazione, manuali sulla legge dell’attrazione che dicono che basta desiderare, chiedere e visualizzare ciò che si vuole finché non lo si attrae, immaginare di avere già ottenuto ciò che si sta chiedendo. Eppure nella mia esperienza personale non è stato sempre così, tanto che mi sentivo sfigata, sbagliata, o meglio sentivo che i miei desideri fossero sbagliati e mi chiedevo il perché io non riuscissi ad ottenere ciò che desideravo.
In realtà nel Nuovo testamento troviamo delle parole che sono connesse a quelle pronunciate da Gesù. Nelle lettere di Giacomo troviamo, infatti, scritto: “Non avete perché non chiedete: chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri”
C’è, quindi, un modo corretto per chiedere, un principio da rispettare che è quello di non chiedere per spendere per i nostri piaceri. Ma cosa significa veramente? Forse che i nostri desideri sono sbagliati come pensavo io? ASSOLUTAMENTE NO.
Quello che vuole dire l’autore, e prima ancora Gesù, è che dobbiamo chiedere non partendo dal bisogno del nostro ego insoddisfatto ma dal PROPOSITO DELLA NOSTRA ANIMA DI MANIFESTARSI CON TUTTI I SUOI TALENTI PORTANDO A COMPIMENTO LA NOSTRA VOCAZIONE.
Quando ciò accade, quando cioè partiamo dall’intento della nostra anima siamo in contatto col nostro sentire più profondo, col nostro cuore questo ci porta a provare già al momento della richiesta gioia, entusiasmo, gratitudine sentendo e immaginando di aver già ottenuto quello che stiamo chiedendo, ne siamo proprio certi. Muovendoci da questo stato di pienezza la conseguenza naturale è che cominceremo ad attirare e creare proprio quegli eventi.
Per questo più che legge dell’attrazione si deve parlare di LEGGE DELLA RISONAZA perché è la voce della verità che mi risuona dentro su chi sono e cosa sono venuto a fare qui su questa terra ad attrarre dall’esterno gli avvenimenti desiderati e come risultato si avrà anche l’appagamento della personalità.
Se siamo centrati nella nostra chiamata tutto ma proprio tutto dall’esterno si adeguerà a questa armonia per il principio del “come dentro così fuori” o meglio “come in cielo così in terra”.
Se, invece, la richiesta è mossa dai bisogni della personalità (per spendere per i nostri piaceri) l’energia dai quali ci muoviamo è quella della mancanza, questo ci porterà a creare una realtà che ci farà sentire nuovamente nel bisogno, in un circolo vizioso senza fine perché sentirò di non avere mai abbastanza amore dal mio partner, mai abbastanza soldi, mai abbastanza successo, mai abbastanza amici e così via.
Ecco perché chi segue la propria vocazione facendo ciò che veramente gli fa battere il cuore è, spesso, anche benestante economicamente perché non è il guadagno il suo obiettivo finale ma far fruttificare i talenti della propria anima mettendoli al servizio degli altri. Mentre chi lavora col fine di guadagnare continuerà a non guadagnare abbastanza o a perdere ciò che guadagna.
VOCAZIONE E DENARO
Molte persone (in passato anche io) vivono un vero e proprio blocco nei confronti del denaro derivante da un’educazione (soprattutto religiosa) sbagliata sul denaro.
Quanti di noi sono cresciuti con l’idea che il denaro è sporco? Quante volte abbiamo ascoltato la frase; “I soldi non fanno la felicità” o “non si può seguire Dio e il denaro”?
Senza entrare nel merito sulla verità di queste affermazioni e su quale fosse il reale insegnamento di Gesù circa il denaro, quello su cui voglio porre l’attenzione è lo stretto legame che esiste tra la nostra vocazione e il denaro.
L’attenzione non va focalizzata sugli ipotetici blocchi che abbiamo nei confronti del denaro, sul fatto che abbiamo la sensazione di non guadagnare abbastanza ma su quanto ci stiamo impegnando nel vivere i nostri talenti e metterli al servizio degli altri, quanto veramente stiamo facendo ciò che amiamo fare.
Se questo punto non è messo a fuoco è naturale che ci siano dei blocchi rispetto al denaro che ne è una conseguenza naturale.
Quello che va sbloccato, quindi, NON è il nostro rapporto con il denaro MA il nostro rapporto con quello che stiamo facendo nella nostra vita,
SE IO SONO AL CENTRO DELLA MIA CHIAMATA, SE STO FACENDO VERAMENTE CIÓ CHE AMO FARE METTENDOLO AL SERVIZIO DEGLI ALTRI ALLORA I GUADAGNI SICURAMENTE ARRIVERANNO.
Alla luce di questa visione acquista un significato ancora più profondo la frase di Gesù: “Cercate prima il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrabbondanza”.
Il Regno di Dio non va cercato fuori di te, la Domenica in chiesa o facendo pratiche senza un senso vero e profondo, ma dentro, nel tuo quotidiano nei doni che ti ha dato e nella missione che ti ha affidato.
Chiediti:
– Cosa mi piace fare veramente?
– Per cosa mi batte il cuore?
-Cosa farei anche se non fossi pagata?
Incarna la tua missione e tutto il resto ti sarà dato in abbondanza!!!
Concludendo, se non stai ottenendo quello che hai chiesto e ti senti frustrato , FERMATI, ASCOLTATI E CHIEDITI: “Da quale cornice mi sto muovendo nella richiesta?”.
“Quale parte di me sta chiedendo? L’ego insoddisfatto, colui che vuole possedere o è un desiderio profondo della mia anima che vuole manifestarsi? Chiedi a Dio di aprire gli occhi del tuo cuore.
Se invece senti di non essere in contatto con la tua anima di non stare incarnando veramente la tua vocazione e quindi non sai nemmeno cosa chiedere, prega semplicemente Dio di poter realizzare la Sua volontà, ciò per ciò ti ha messo al mondo.
Non c’è preghiera più potente del “sia fatta la Tua e non la mia volontà”.
Il Padre realizzerà comunque la vostra richiesta come conclude nel passo dal quale siamo partiti.
” Chi di voi se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se, dunque, voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli tanto più il padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”.
In questo dobbiamo avere fiducia e certezza che Dio vuole sempre e solo la nostra più alta realizzazione e trasformerà la nostra richiesta in qualcosa di tanto da grande da adattarsi al progetto di grandezza che ha per noi.
A colui che ha il potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare,
secondo la POTENZA CHE GIÁ OPERA IN NOI a Lui la Gloria per tutte le generazioni nei secoli dei secoli.
(Efesini 3,20-21)
Se questo articolo ti risuona, se senti di essere bloccato nella tua vocazione, se vuoi ri-scoprire la tua vocazione dai un’occhiata al percorso Sei Luce del Mondo un percorso di 12 settimane per ri-trovare la propria unicità. ciò che amiamo fare,