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ICARO: il coraggio di essere sé stessi.
Tutti conosciamo la storia di Icaro e del suo volo ambizioso, l’abbiamo studiata a scuola, oppure chi non si ricorda del mitico cartone anni ‘80 Pollon che con ironia raccontava la storia di tutti gli dei dell’Olimpo? In entrambi i casi veniva riportata solo una parte della storia, non tutti conoscono la storia completa, tutte le parole che il padre Dedalo rivolge al
figlio.
Ma partiamo dall’inizio.
Icaro è il figlio di Dedalo un personaggio della mitologia greca, grande architetto, scultore e inventore. Egli fu incaricato da Minosse di costruire un labirinto in cui rinchiudere il Minotauro una creatura nata dall’unione di Pasifae, moglie di Minosse, e il toro sacro inviato dal dio Poseidone. Una volta terminato il labirinto, però, vi fu rinchiuso insieme al figlio Icaro e al minotauro in quanto Minosse temeva che rivelasse il modo di uscire dal labirinto.Essendo un uomo ricco di ingegno Dedalo non si diede per vinto e costruì, per sé e suo figlio, delle ali con delle piume di uccello tenute insieme da cera e fili di lino.
Prima di lanciarsi dalla torre per sorvolare il labirinto Dedalo, come ogni buon padre, fece dellle raccomandazioni al figlio invitandolo a non volare troppo alto altrimenti il sole avrebbe sciolto la cera e lui sarebbe precipitato in mare. Cosa che in effetti avvenne perché Icaro come ogni giovane, preso dall’entusiasmo dell’impresa dimentica le parole del padre, il sole scioglie la cera e precipita in mare.
Fin qui è la storia che tutti conosciamo e il significato che se ne ricava è di non avere ambizioni al di sopra delle nostre possibilità altrimenti ci schiantiamo al suolo e bla bla bla.
Peccato che manchi un passaggio fondamentale che stravolge tutta la storia. Quello che molti tralasciano, e che per me rappresenta il grande insegnamento di questa storia è che il padre Dedalo non gli dice solo di non volare troppo alto ma anche di non volare troppo basso altrimenti l’acqua di mare avrebbe inumidito le ali che sarebbero diventate di un peso insopportabile che lo avrebbe comunque fatto affondare.
Che meraviglia. Questo per me è un grandissimo insegnamento. Ogni genitore dovrebbe dire al proprio figlio/a di non volare troppo basso, di non stare in situazioni o con persone che appesantiscono il proprio cammino, ma stare in quei luoghi e con persone che portano fuori il meglio di te, ti aiutano a sviluppare e a far fruttificare i tuoi talenti.
E, invece, quante volte per paura di restare soli a causa di quella credenza inconscia che se primeggiamo saremo
abbandonati (perché il vincitore è solo e genera invidia) siamo noi stessi a tarparci le ali, vivendo come un pollo mentre
in realtà siamo un’aquila? (qui)
Avrei desiderato anche io un genitore come Dedalo che mi spronasse a dare il meglio di me per essere la versione migliore
di me stessa e invece ahimè così non è stato e
per parecchio tempo ho fatto parte di quelli che hanno chiuso le proprie ali per non dare fastidio. Ma ciò a cui sei chiamato,
la tua VOCAZIONE troverà sempre il modo di raggiungerti e darti fastidio con quella sorta di inquietudine e insoddisfazione che fa da sottofondo alla tua vita finché non avrai il cor-aggio di guardarla in faccia. Per questo la vocazione è uno dei temi su cui tanto batto per aiutare le persone a ri-trovarla (qui)
Il volo di Icaro: arroganza o audacia?
Per me decisamente la seconda.
Non si tratta di strafare o di essere arroganti.
Si tratta di darsi il giusto valore.
Si tratta di quella “sana follia” giovanile, di quell’entusiasmo che ti spinge ad andare sempre un po’ più in là ma non perché
sei presuntuoso e vuoi sfidare il sole ma perché è l’anima che te lo chiede, quel richiamo del sole che ti dice “ancora un passo in più”è più forte di tutte le paure anche quella di morire.
Ricordo sempre le parole di Marco Simoncelli,il pilota di moto gp morto a soli 25 anni,“si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto come questa, di quanto faccia certa gente in una vita intera” perché di questo si tratta di osare, dare tutto sé stessi per raggiungere il proprio sogno.
Pertanto se non va bene considerarsi superiore agli altri o sopravvalutare le proprie forze e qualità, nemmeno il contrario va bene sentirsi inferiori o sottovalutare i propri talenti.
ICARO SIMBOLO DI AUDACIA
simbolo del cor-aggio di osare, coraggio deriva dal latino cor habeo e significa avere cuore. Avere un cuore che batte per un sogno, un desiderio, una passione. Ogni cuore ha una strada che sentiamo di dover seguire anche se non sappiamo dove ci porterà. Non seguirla e, quindi non dare a noi stessi il giusto valore è molto più pericoloso perché ci fa vivere in una perenne insoddisfazione mentre siamo nati per la felicità. Infatti è bene precisare che nel racconto non si parla dell’arroganza di Icaro, ma anzi del piacere che prova nella sua impresa, piacere che lo assorbe così tanto da fargli dimenticare le raccomandazioni del padre, perché è questo che succede quando diventiamo tutt’uno con la nostra passione seguendone il flusso energetico: dimentichiamo tutti e tutto.
La passione è un ingrediente fondamentale della vita se vogliamo realizzare progetti importanti ma anche solo per vivere felici. La passione ci permette di volare in alto al di sopra delle difficoltà e dei rischi. Sappiamo che quando abbiamo un obiettivo importante da raggiungere incontreremo delle difficoltà ma è in quel momento che emerge chi siamo e abbiamo due possibilità:
– non provare nemmeno per la paura di fallire e quindi ci costringiamo a volare basso
– capire che gli ostacoli fanno parte del cammino e imparare a superarli anche a costo di sbagliare. Tutto fa parte del
processo che porta al successo. Questo è il coraggio di osare.
Se osiamo corriamo il rischio di riuscire o non riuscire ma se non osiamo non sapremo mai come sarebbe andata a finire ed è qui che nascono i rimpianti.
Cadere e volare hanno in sé i semi dell’apprendimento, prima di tutto di chi siamo perché è per questo che siamo venuti qui sulla terra per capire chi siamo e realizzare la migliore versione di noi stessi,
C’è un detto che dice: “VOLA SOLO CHI OSA FARLO” e credo sia proprio questo che viene ad insegnarci Icaro.
E tu hai il coraggio di volare?
Raccontami le tue esperienze.