La mente è un campo di battaglia, scriveva 2018 anni fa San Paolo e ancora oggi quest’affermazione è quanto mai attuale. Coach, guru, guide spirituali, pastori sono concordi nel ritenere che ciò a cui pensiamo crea la nostra realtà, i nostri stati d’animo e di conseguenza le nostre azioni in una reazione a catena.
Nel libro “la voce della conoscenza” (qui)Don Miguel Ruiz afferma che “abbiamo dentro di noi un cantastorie ed è la sua voce quella che ascoltiamo. Questa voce parla,parla, parla e noi ascoltiamo, ascoltiamo, ascoltiamo e crediamo a quello che dice. E’ una voce che non smette mai di giudicare, giudica tutto quello che facciamo e non facciamo, quello che proviamo e non proviamo. I drammi della vita, la depressione sono il risultato del credere a tutte queste menzogne nei tuoi riguardi”.
La voce nella testa è come un disco rotto che ripete la stessa melodia e le stesse parole: “NON SEI come dovresti essere, NON SEI buono NON SEI perfetto. Poi vengono i SE: SE avessi fatto così, SE non avessi preso quella scelta, SE non avessi fatto quell’università, SE non avessi perso tempo. ma la verità è che tutte le scelte che abbiamo fatte anche sbagliate erano le uniche che potevamo fare nel momento in cui le abbiamo fatte con il grado di conoscenza che avevamo.
Questi pensieri sono come un cane che si morde la coda, girano continuamente su sé stessi ed hanno una potenza ed energia tale da scatenarti a terra e darti la sensazione di essere impotente. Ma non è così è solo un’illusione. Il POTERE CE L’HAI TU QUANDO DECIDI DI NON ASCOLTARE PIU’ QUESTE BUGIE E SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE I TUOI PENSIERI.
Se si smette di ascoltarli diventano sempre meno forti finché non scompaiono del tutto.
Ma uno potrebbe dire è la mia voce come faccio a non ascoltarla? E’ la mia voce NON può non dire la verità. Ma non è così. Quando parliamo con le persone e qualcuna dice qualcosa su di noi e con cui non siamo d’accordo magari perché quel qualcuno ci è anche antipatico subito troviamo le risposte adatte, invece se quel qualcuno che mente è la voce nella nostra testa noi le crediamo senza nemmeno metterla in discussione, e invece anche la voce nella nostra testa può mentire su di noi, perché quella voce è la somma di tutte le nostre esperienze nel mondo, dei nostri vissuti, di come abbiamo mappato la vita, delle opinioni che gli altri hanno su di noi e delle opinioni che noi stessi abbiamo su di noi, delle cose che ci siamo detti e non detti, e siccome sono il frutto di ripetizione continue da quando siamo nati quei pensieri dentro di noi sono diventati vere e proprie credenze. La buona notizia è che esse possono essere scardinate. I pensieri non sono altro che parole della mente e una vota capito questo è possibile lasciarli andare perché non è più importante se siano veri o falsi ma se siano utili o meno alla mia vita.
Cosa fare?
Prima di tutto armarsi di tanta, tantissima pazienza, ci vorrà un po’ di tempo prima che tali pensieri perdano di forza perché se per molto tempo ci siamo abituati a fare determinati tipi di pensieri tante volte e al punto tale da farli diventare automatici è un’illusione pretendere che scompaiano da un giorno all’altro, né sovrapporgli un pensiero positivo giova a qualcosa. Può andare bene temporaneamente ma appena ci distraiamo un attimo ecco ritornare i vecchi pensieri con molta più forza dirompente di prima perché ciò che si contrasta e non si accoglie ed integra acquista energia.
Personalmente quando durante il mio percorso mi sono trovata anche io a dover fronteggiare la battaglia nella mia mente, alcuni esercizi che ho estrapolato dai tanti libri letti mi sono ritornati utili (La trappola della felicità di Russ Harris; il potere di adesso di Eckahart Tolle; imparare l’ottimismo di Seligman).
Questo è l’iter che ho seguito e continuo a seguire:
- CONOSCERE I PROPRI PENSIERI: il primo passo è prendere confidenza con i propri pensieri. Molto spesso per il proliferare dell’attività della nostra mente non sappiamo nemmeno quali sono quei pensieri che effettivamente ci creano uno stato di stress.
Cosa fare?: ogni giorno ritagliarsi 5 minuti per stare con se stessi. Sedersi comodi, schiena diritta e osservare i pensieri che si affacciano alla mente così come osserveremmo un panorama, senza giudicare, semplicemente lasciateli scorrere. Tra questi pensieri individuatene 3 o 4 che sentite essere più ricorrenti e con un impatto emotivo maggiore degli altri. Scriverli su un quaderno può tornare utile.
- DARE UN NOME AI PENSIERI: una volta individuati i pensieri e le storie che portano con sé dagli un nome, un titolo es. “ ecco il pensiero di non merito niente” oppure “sono io il problema, sono sfortunata”. Nominare è già dominare e permette di mettere distanza tra noi e le storie che ci raccontiamo.
- RINGRAZIARE PENSIERI: attribuito il nome ai pensieri, una volta che riaffiorano possiamo semplicemente salutarli e ringraziarli con sincerità per l’ennesima storia che ci stanno raccontando e poi lasciarli andare, riconoscendo che ormai quelle storie che la mente vi racconta non vi sono più utili, non vi potenziano come persone e non vi dirigono verso la persona che volete essere.
Questi 3 passaggi NON sono la pillola magica che elimineranno definitivamente i pensieri ma praticati quotidianamente permettono di essere liberi dai processi di pensiero inutili in modo che la nostra energia può essere canalizzata altrove. L’obiettivo dello stare bene è secondario, è l’esercitarsi in sé che ci fa diventare master e ci consente di cavalcare l’onda dei pensieri. Per questo se all’inizio ti sembrerà un’impresa ardua che non porta a nulla, persisti, è il processo in sé che porta giovamento.
Passo dopo passo la dimistichezza si acquisisce e la nebbia della mente si dirada.
Se ti va fammi sapere com’è stato applicare questi 3 passaggi.
Nei prossimi articoli condividerò altre tecniche che consentono di eliminare i pensieri disfunzionali e acquisire potere nella nostra mente.